una specialità di origini militari.
Spesso singoli cavalieri, staffette, interi reparti in sella erano infatti costretti a spostarsi rapidamente da un luogo all’altro di un territorio anche vasto, e sovente nel minor tempo possibile.
Oggi la gara di fondo (o endurance) è una prova di velocità su distanze varianti tra i 60 e i 160 chilometri da ‘coprire’ in un solo giorno.
Vi sono prove anche su distanze minori, per cavalli o binomi esordienti, ma vengono definite di regolarità, di avviamento. Naturalmente portare a termine nel minor tempo possibile una prova sui 160 chilometri non è cosa facile. Occorrono forza, volontà, addestramento meticoloso, tecnica di gara da parte di entrambi i componenti del binomio. Essendo una prova fisicamente assai stressante, anche in questo caso viene giustamente curata per prima cosa la buona salute del cavallo.
Lungo il percorso infatti sono distribuiti numerosi ‘cancelli’ veterinari, dove il cavallo viene ogni volta fermato e visitato con attenzione.
Inoltre il cavaliere può disporre a suo piacimento di numerosi punti di assistenza, dove il cavallo viene ancora controllato, abbeverato e soprattutto bagnato con acqua (il rischio maggiore è infatti quello della disidratazione).
Il cavallo viene controllato dai veterinari anche dopo aver tagliato il traguardo, e se non in perfette condizioni, può ancora venire eliminato dalla classifica generale.
Non è detto dunque che il vincitore sia sempre chi è arrivato al traguardo nel miglior tempo possibile.
I primi cinque cavalli della classifica vengono poi riesaminati dai veterinari e alla fine viene premiato il cavallo che abbia mostrato la ‘best condition’, ovvero la migliore condizione.
Il soggetto considerato più adatto per questa specialità è sicuramente il soggetto arabo, stando anche alle classifiche dei maggiori eventi mondiali che lo hanno visto sempre in testa.